Giornalista, scrittore e memorialista italiano. Giunto a Milano dalla natia
Amalfi nel 1934, iniziò la carriera giornalistica nel 1941 all'"Ambrosiano",
rimanendovi per circa un anno. Nel dicembre 1942 fu assunto al "Corriere della
Sera", dove ricoprì le cariche di redattore, redattore capo e vicedirettore,
divenendo in breve una delle firme più prestigiose del giornalismo italiano.
La notte del 25 luglio 1943 fu lo stesso
A. a dare la notizia sul
"Corriere" della destituzione di Mussolini dal Gran Consiglio del Fascismo;
toccò ancora a lui chiudere il quotidiano dell'8 settembre 1943, listato
a lutto e con una sola parola per titolo: "Armistizio". Dall'8 settembre 1943 al
25 aprile 1945
A. abbandonò il quotidiano di via Solferino per partecipare
alla Resistenza. Tornato a Milano il giorno della Liberazione, fondò "Milano
Sera", una nuova testata del pomeriggio che durò fino all'affermarsi della
Repubblica e, in veste di vicedirettore del "Corriere della Sera", fu eccelso
scopritore di talenti e abilissimo nei titoli. Direttore de "Il Giorno" dal
1972 al 1980, riprese quindi a collaborare con il "Corsera" e fu consigliere
del gruppo RCS Quotidiani. Cimentatosi anche nella scrittura, compose testi
caratterizzati da uno stile veloce e da periodi brevi. Tra i libri più
significativi, molti dei quali animati dalle memorie della sua infanzia ad Amalfi
e della sua giovinezza a Milano, citiamo:
Farabola, fotografo d'assalto
(1982),
Corriere primo amore (1983),
Missiroli e i suoi tempi
(1985),
Desiderare la donna d'altri (1985),
Famosi a modo loro
(1986),
Com'era bello nascere nel lettone (1991),
Milano amore mio
(2000). Nel corso della sua lunga carriera
A. fu insignito di numerosi
riconoscimenti, tra cui: il premio Saint-Vincent per il giornalismo (1981),
il premio Milano (1985), il premio Napoli (1986), il premio Flaiano (1987),
il premio internazionale Ischia alla carriera (2000) (Amalfi, Salerno
1915 - Milano 2005).